Anna Vanzan, caporedattore della rivista Afriche & Orienti, ha tenuto corsi di civiltà islamica in atenei italiani e stranieri. Attualmente insegna all’Università Iulm di Milano. La sua ricerca è orientata verso il mondo islamico moderno e contemporaneo, con particolare riguardo alle tematiche femminili. Autrice di numerosi saggi e articoli in Italia e all’estero, ha curato l’antologia di autrici persiane Parole svelate, racconti di donne persiane (Imprimitur, Padova 1998) e Le dita nella terra le dita nell’inchiostro. Voci di donne in Afghanistan, India, Iran, Pakistan (Giunti, Firenze 2002).
fonte.Internet


Anna Vanzan
Parole svelate: scrittrici iraniane contemporanee
Irresistibile è la tentazione di affiancare al titolo di questa tavola rotonda, Voci dal silenzio, quello dell'antologia di racconti brevi di scrittrici iraniane contemporanee.
Il titolo del libro gioca con l'allusione al velo, assurto nell'immaginario occidentale a simbolo della condizione d'inferiorità delle donne islamiche: il contenuto vuole offrire alcuni esempi della cultura che le donne musulmane, in questo caso quelle iraniane, stanno creando e del tipo di partecipazione che esse riescono a raggiungere nella loro società.
Nell'Iran post rivoluzionario, cioè nel periodo che va dal 1979 ai giorni nostri, il fenomeno delle scrittura femminile ha assunto dimensioni notevoli. Le scrittrici iraniane contemporanee costituiscono un vero e proprio movimento, e sono un fenomeno consolidato non solo nel loro paese, ma anche all'estero, dove i loro libri vengono tradotti e studiati.
Per il lavoro antologico Parole svelate ho fatto la scelta di occuparmi solo di prosa letteraria, di fiction, non di saggi concernenti la condizione della donna. La narrativa delle scrittrici iraniane contemporanee spazia in una gamma di motivi, non tutti necessariamente connessi al mondo femminile, e, soprattutto, non tutti considerati secondo una prospettiva 'femminista'.
Temi e motivi inoltre vengono espressi con tecniche letterarie diverse: si va dal neorealismo al simbolismo, dal 'realismo magico' di scuola sud americana, per intenderci, al vero e proprio 'giallo'. Molte autrici usano stili differenti all'interno della loro produzione, a volte addirittura all'interno di uno stesso romanzo o di un racconto. Quest'ultimo, il racconto breve, sembra essere la forma narrativa preferita dagli scrittori iraniani, non solo donne, di questo secolo, un genere che ben s'inserisce nella tradizione fabulistica d'Iran.
In questa narrativa le scrittrici sono capaci anche di criticare valori morali e religiosi che sostengono la struttura sociale e domestica iraniana, di reclamare diritti e di denunciare abusi inserendo questi motivi in un contesto generale che trascende la contingenza storico-politica. Questa letteratura non è solo lo specchio sociologico della società in cui vivono i suoi autori, né un semplice riflesso dei problemi che queste donne vivono quotidianamente 'in quanto' donne. Gran parte di questa produzione letteraria viene valutata positivamente in quanto evento letterario, segno di maturazione o di evoluzione nella grande storia della letteratura persiana. Queste autrici infatti producono letteratura rimanendo nell'ambito della propria cultura, della loro lingua e delle loro esperienze. E' una letteratura che è conscia dei principi letterari e dei canoni estetici e allo stesso tempo è saldamente ancorata alla realtà sociale e culturale in cui s'esprime.