Tra Atomi e Stelle
(The Space Between The Atoms And The Stars)
Prof.Rodolfo Guzzi
Recensione di Amir Madani
La civiltà umana, nel suo cammino complesso e contradditorio, malgrado le devastanti guerre e le colossali calamità naturali capaci di compromettere definitivamente i destini dell’umanità, è riuscita

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a sopravvivere, a cementarsi su certi valori universali e a consolidarsi migliorando le condizioni dell’individuo che dallo schiavo e suddito riesce a divenire cittadino e conquistare certi diritti nelle varie sfere esistenziali.
Conoscere la natura per convivere con essa e conquistare i diritti e la libertà dei moderni è stato possibile grazie al pensiero e al lavoro e, soprattutto, grazie ai lumi della ragione, alla dedizione e al sacrificio anche estremo dei fautori del sapere e della conoscenza (Socrate è un emblema) e degli scienziati. La scienza come risultante della conoscenza basata sulla ricerca filosofica e dello scibile basato sulla saggezza ha acceso la luce del sapere aiutando l’uomo a vivere sempre più dignitosamente. Questa sapienza scientifica, presso tutte le civiltà e in tutti i suoi momenti più alti, è stata umanista e ha avuto come elementi cardine l’unicità della sostanza della vita, l’unicità del genere umano e l’unione uomo – natura.

Ma nel corso della storia i detentori del potere, per poter perpetuare i propri privilegi e privare l’uomo dei suoi diritti fondamentali, hanno trasformato le varietà in divisioni di stampo tribale (di razza, di religione, di aree culturali – geografiche,….), promuovendole e alimentandole. Queste divisioni, invece, sono antitetiche alla visione scientifica più nobile della civiltà che ritiene gli esseri umani come membri dello stesso corpo, considerando l’uomo nell’ambito dei suoi diritti a prescindere dalla provenienza (etnico – razziale – culturale,…), un pensiero assunto dall’Europa Unita a partire della fine della seconda guerra mondiale come pietra miliare ed elemento cardine della propria esistenza.

Come è noto, i nostri tempi, minacciati dalla violenza della guerra e del terrorismo e dall’insicurezza sono stati definiti l’era dello “ Scontro tra le Civiltà” da Samuel Huntington, teorico neo-con, mentre un pensatore autorevole come B. Barber, conscio dell’esistenza del pericoloso scontro, in un tentativo di attenuazione e correzione parla dello “ scontro all’interno della civiltà umana”. Le due violenze di guerra e di terrorismo che prendono di mira i diritti e la libertà dei moderni, nel contempo alimentando i demoni dell’irrazionalità e dei radicalismi di stampo confessionale , diffondono un oscurantismo ideologico che offusca le menti, oscura il sapere, danneggia la ricerca scientifica e minaccia la stessa civiltà umana nella sua interezza. Un oscurantismo Neo-con e Teo-con irrispettoso del sapere, dei diritti, delle risorse, delle istanze del lavoro e dell’ambiente. Un oscurantismo basato sulle divisioni che genera l’angoscia, limita i diritti dell’uomo e annienta l’unità e l’unione del genere umano conducendo verso la desolazione di una terra bruciata, sostituendo l’odio e la divisione all’amore e all’unione.

In questo quadro, il libro del Prof. Rodolfo Guzzi costituisce uno sforzo ancora più originale e più raro che, in mezzo ad una tempesta generatrice di oscurità ed annientatrice della luce, tiene acceso con ostinazione il lume del sapere e della conoscenza, difendendo la vita nei suoi significati più alti, della scienza e della ricerca scientifica nell’ambito di una originale, semplice poetica del racconto. Così, nell’ambito di questa illuminante poetica, i protagonisti delle civiltà egizie, assiro-babilonese, greca, persiana, cinese,… nomi come Aristarco di Samo (III sec. a.C.), Tolomeo d’Alessandria d’Egitto (II sec. d.C.), il precursore del sistema geocentrico e del moto dei corpi celesti, Copernico (che conoscendo le sapienze geocentriche antiche attraverso la traduzione in latino di Almagesto della tradizione islamica diede inizio al sistema eliocentrico), Galileo, Newton e Einstein diventano personaggi della vita quotidiana che (come la statua di Leonardo Sciascia nelle dimensioni umane reali sul marciapiede di Racalmuto, suo paese natale, sembra camminare con gli altri) camminano tra di noi, con noi e ci spiegano le nozioni scientifiche più esatte con il linguaggio della favola. Il mito e la verità che abbelliscono magicamente la nozione scientifica più rigorosa.

Nel libro del Prof. Guzzi, nel quadro della poetica del racconto, la scienza esatta e la fisica diventano favole e la materia si trasforma in poesia. Il corpo reale, su un percorso conoscitivo all’insegna dell’etica esistenziale, si trasforma in uno spirito puro divenendo corpo spirituale, il luogo dell’immaginazione creatrice che, scorrendo i corpi nella terra celeste e liberando le ali della fantasia, naviga sempre nella luce concreta, tangibile e magicamente reale. Si respira l’aria di un realismo magico.

Il rigore scientifico viene comunque rispettato in tutti i momenti del racconto, perciò c’è anche la consapevolezza del limite in tutto e soprattutto nella scienza. Non c’è traccia dell’orgoglio scientifico e dello scienziato che possiede una conoscenza illimitata; anzi, egli riconosce il limite della conoscenza e rispetta il limite come la condizione di ogni bellezza. Il limite e la bellezza come coordinate esistenziali e l’etica della scienza e dello scienziato che sa che il” tutto lo sanno tutti e tutti ancora non son nati”. La scienza è libera, lo scienziato è libero, etico e libertario. Si evolve tutto mentre l’immutabilità, la falsità e l’orgoglio appartengono all’altare e al trono:
“ Brava Antonella , hai capito che la scienza talvolta può sbagliare, quando possiede poche informazioni e si fa condizionare dal potere. Questo è il sistema geocentrico … che si fondava soltanto su dati limitati e credenze, e che il potere elevò a scienza. Ci volle il sacrificio di grandi uomini come Copernico e Galileo per dimostrare come la scienza voluta dal potere fosse ottusa e sbagliata”. (p22)

Si può dire che esistono due tipi di sapere: un sapere (saggezza) costante e assoluto e primordiale e un sapere che si trasforma, si evolve, si perfeziona (conoscenza filosofico- scientifica ). Avicenna il filosofo persiano, definiva l’amore come una forza che tende ad evolversi ed è presente in tutti gli esseri viventi; perciò l’amore, come concetto più alto della vita, è come l’insieme di due saperi.

Quella dello scienziato è una spiritualità etica che non cerca di servirsi della credulità della plebe, nutrendosi delle angosce esistenziali della massa, ma al contrario, in uno sforzo comune, aiuta l’individuo a capire.

Il vecchio e saggio professor Sairag dice a cinque amici d’infanzia (Antonella, Elena,.), nati ad Alethia, principale città portuale dell’Istmo che separa il tranquillo Mare d’Oriente dal ventoso Mare dell’Ovest, assetati di sapere:
“Solo chi conosce il metodo scientifico può imparare ad esplorare l’ignoto e a trarne beneficio. Io vi indicherò le regole che stanno alla base della conoscenza, traducendo in un linguaggio a voi comprensibile i misteri dell’universo”. (p13)

In una città con riferimenti affatto casuali e con una biblioteca informatica modernissima, il vecchio saggio trasforma le spiegazioni e le descrizioni in racconti all’insegna della favola; racconti capaci di incantare i lettori di ogni età e indirizzo. Professore, il vecchio saggio (quanto manca alle nostre società moderne la figura del vecchio saggio, dei vecchi che sono comunque saggi, qui c’è la rivalutazione dei vecchi , dei nostri genitori, nonni,…) con i toni sereni di un atmosfera calma e placida ci spiega la natura dell’arcobaleno per arrivare alla differenza tra la fisica tradizionale di Galileo e quella moderna di Einstein: nella fisica tradizionale dove le tre dimensioni spaziali (x, y, z) e la dimensione temporale nella loro simultaneità sono legati al quotidiano, una immagine costruita è uguale per chiunque osservi l’evento; nella fisica moderna di Einstein, lo spazio e il tempo non sono separabili. Gli eventi sono quindi definiti da quattro numeri reali, tre dei quali rappresentano lo spazio (le coordinate spaziali x, y, z) e uno il tempo; per uniformare lo spazio con il tempo, si moltiplica quest’ultimo per la velocità della luce ( E=mc2). Dato che esiste una proporzionalità tra energia e materia, lo spazio-tempo è curvo. La conseguenza di questo postulato è che gli eventi che sono simultanei per un osservatore non lo sono per un altro, la simultaneità è quindi relativa. Einstein ha sostituito l’assolutezza del tempo e dello spazio con l’assolutezza della luce. Perciò ogni evento è relativo allo spazio-tempo e assoluto per quanto concerne la velocità della luce . ( p 19)

Il racconto di Guzzi anche se (come il Picasso del periodo cubista) gira, capovolge, seziona ripetutamente l’oggetto per trovare la quarta dimensione cioè il tempo, cerca contemporaneamente, come i futuristi, di non perdere la continuità del movimento .

Nelle splendide illustrazioni della coautrice Anna Rebecchi possiamo vedere come una navetta spaziale (Shuttle ) prende la via del cosmo partendo dall’interno delle mura di una città medievale. In queste illustrazioni, che danno una rappresentazione visiva alta delle idee e dei pensieri del Prof. Rodolfo Guzzi, il sociale e il naturale si incontrano. Il reale di oggi (contingente) si coniuga all’incanto forse astratto di ieri per arrivare fino allo ieri primordiale del Big Bang.

Sembra che l’autore, nel quadro della Lex Continui di Spinoza, non voglia perdere nessun elemento, pur minimo, della conoscenza in nessuna delle sue sfere. Il professor Guzzi ( Sairag ?), con la serietà e il rigore di uno scienziato, con la passionalità di un saggio narratore, con l’affetto di un premuroso maestro e con l’amore di un genitore, è la fonte di speranze e il punto di riferimento per i giovani (umanità?). Ma, soprattutto, con il dinamismo di un atleta cerca di studiare tutte le oscurità definendole, con le parole di Einstein, un grado minore di luminosità. L’ignoranza e la sapienza: tenebre e luce.

Quando lo scienziato guarda la terra dallo spazio, vede nuvole e vortici. Queste entità sono minacce e potrebbero minacciare la terra, ma il professore senza scoraggiarsi invita a lavorare di più e vede soltanto chi ha più conoscenza capace di solidarietà:

“Non scoraggiatevi, ragazzi, Quaggiù c’è ancora tanto da fare e solo chi possiede più conoscenza, può aiutare gli altri oltre che se stesso”. (p 53)
Più solida è la conoscenza, più capacità di solidarietà esistono. Come nell’approccio epicureo la solidarietà diventa un geniale principio d’estetica.

La luce è un elemento essenziale del libro. La parola viene spesso usata ma si tratta di una luce concreta e non di un concetto astratto, anzi l’astrattezza è una dimensione della concretezza. È la luce reale della conoscenza scientifica arricchita dalle intuizioni artistiche. Il filosofo dell’illuminazione Shahāb ad-Dīn Suhrawardī ( messo al silenzio eterno a soli 36 anni nel 1191 da Saladino sotto fatwa degli omologhi medio orientali degli inquisitori Romani che a loro volta hanno costretto Galileo a rinnegarsi), vede infatti tutta l’esistenza come vari stati di luce, materiali ed immateriali.

La prefazione è scritta da un altro illustre scienziato italiano, Giovanni Fabrizio Bignami, presidente dell’Agenzia Spaziale Italiana. Bignami tratta gli argomenti con lo stesso rigore ma anche con la stessa poeticità. Nello spiegare il rapporto tra le percezioni chiare della scienza e le percezioni semichiare e dai contorni non ben definiti dell’arte e del sogno, suggerisce la lettura di Italo Calvino e di Primo Levi e del suo travolgente “Il Sistema Periodico”, talmente importante da consigliarne “la lettura obbligatoria”. Per spiegare il nesso tra due mondi l’alto scienziato scrive : “Mendeleev sognò una notte con gli elementi che di colpo si misero tutti in ordine “.
La prefazione consiste in una unica pagina ma sembra che sia la sintesi di più libri di diverse epoche. Bignami, come un giovane innamorato, forse desideroso di un figlio nello spazio, dice musicalmente nelle orecchie dell’amata: “ Meglio, senz’altro, non portare armi di qualunque tipo in orbita” . Sembra che gli autori del libro (il Prof. Guzzi, Anna Rebecchi , e il Prof. Bignami che ha scritto la prefazione) ispirandosi alla luce, e mandando un messaggio di ottimismo, vogliano suggerirci, citando una poesia di Shebestari:

“Considerate il mondo come il bagliore della luce della Verità.
L’intensità del bagliore è così grande che ha nascosto la verità dentro di sé.”


Nota:
Il libro ha un’ottima qualità di stampa e considerando la qualità della pubblicazione
il prezzo di copertina è rispettoso del lettore . E’ uno dai casi rari dove l’editore non considera il lettore un puro cliente.
Titolo in italiano: Tra Atomi e Stelle
Scieza e imaginazione
Editore: Logos Antonio Vergara Meersohn


Titolo in inglese: The Space Between The Atoms And The Stars
Science and immagination
Editore: Logos Antonio Vergara Meersohn