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Fotografia e Poesia persiana
La traduzione di Domenico Ingenito delle poesie di Bijan Jalali, accompagnate dalle foto di Mohammad Reza Mirzaei

Svuotato il mio petto
dal salire e scendere
le scale,
dal lavoro di ogni giorno,
ma sono felice che alla fine
non porterò nulla
alla festa del suolo.


"Si dovrebbe guardare la sua foto, che per decenza non è tra queste pagine, gli occhiali appannati dal silenzio, gli occhi chiusi di chi non ha ancora superato la propria stagione fredda, tutto quello che resta in fondo al vaso della sua vita, lui, con qualche stella, / due rami, una foglia.
Dei meravigliosi romantici passaggi ad oriente non troveremo mai nulla nelle poesie di Bijan Jalali, scomparso pochi anni fa nel fondo del suo vaso. Non ci lascia traccia del suo trascorrere in Iran, come se la sua Patria, parafrasando Fernando Pessoa in altro continente, altro Oceano, più dentro, fosse la lingua portoghese: per esprimermi / ho scelto la lingua / persiana, / e ha fatto nido / nel / mio sentire, / e nel mio destino / si è nascosta sotto un velo.
C’è qualcuno, qui, che scrive come non esiste, come non ha mai vissuto, con la fragilità di una nonna minuta come una finestra, o come un eteronimo di Pessoa, un Ricardo Reis rimasto in fondo al pozzo dove la luna non può resuscitare dai suoi laghi: per essere grande sii intero: / non escludere o esagerare alcuna delle tue cose./ Sii tutto in ogni cosa. / Riponi quanto sei nel minimo che fai. /E’ così che ogni lago la luna / intera splende / perché alta vive.
Da queste parti è facile perdere di vista il passaggio delle ore, da costa a costa, e d’improvviso pensare al Portogallo quando sei in mezzo alla piana, in questa alta piana, soffia soprattutto alla fine dell’inverno un vento tanto carico d’azzurro che tra i cavalcavia di Tehran ti chiedi dove sia il bianco oro puro di Lisbona..."
Domenico Ingenito
Scarica gli Incontri:
https://www.lerotte.net/download/article/articolo-70.pdf
Visita il sito del fotografo Mohammad Reza Mirzaei:
https://www.mrmirzaei.com/