MOSAFER HASTAM - Viaggio in Iran
di Massimo Giannini
Ed. Dell'Arco/Marna
"Dove andate?"
"In Iran"
"In Iran?"
"In Iran, si"
"Come mai?"
"Mmh ... perchè vogliamo vedere l'oriente, il mondo arabo..."
"Il mondo arabo? Andate nel posto sbagliato allora..."


Due amici vanno in vacanza in Iran per visitarne le superbe moschee, le armoniose città a misura d’uomo e i paesaggi desolati.
Non sanno ancora che questo è solo uno spettacolare palcoscenico sul quale si muovono i veri protagonisti della vicenda: i persiani.
Emozionanti testimonianze di storia millenaria, intrecciate ad episodi di sorprendente modernità, prendono così vita attraverso incontri rivelatori e inaspettati. E proprio da questo caos spontaneo scaturisce la magia che i due speravano di trovare in Iran.

Introduzione del libro scritto da Pirooz.

Questo racconto o forse meglio dire diario di viaggio, dalle righe simili ad un romanzo, ci offre una convincente dimostrazione di ciò che è il modus vivendi nell’Iran attuale; Massimo a differenza di altri viaggiatori, ha voluto ambientarsi tra il popolo, non turisticamente ma come ricerca senza pregiudizi nei confronti di un mondo che gli occhi occidentali hanno dipinto come un paese chiuso nei suoi confini.
Così tolti dallo zaino i pregiudizi nei confronti di un mondo islamico “integralista” ed inserita una buona macchina fotografica, insieme all’amico Chicco intraprende un viaggio lungo migliaia di miglia di sorprese testimonianti che tutto il mondo è paese.
Come iraniano apprezzo la sua ricerca e la sua capacità di capire la cultura persiana nella sua molteplicità di espressioni. Mi emoziona leggere in lingua italiana ciò che ha vissuto nel mio paese, la sua voglia di scoprire, di imparare ciò che nasconde quest’antichissima terra, un occidentale che per la prima volta tocca il suolo iraniano vive con gli occhi della fantasia immagini che poi scopre esistono veramente.
Un bel libro, molto più che una guida, forse una favola dove da Dario a Ciro il grande, si arriva all’ultimo Scià della Persia ed ora il paese islamico di Khomeini.
Nell’Iran attuale è proibito l’alcol, le donne portano il chador e i fidanzati non si possono baciare per la strada, ma nascondendosi trasgrediscono ciò che ritengono troppo rigido, forse strano per un occidentale ma normalissimo nella cultura islamico-orientale. Contemporaneamente più di 500 tassisti sono donne lavorano solo a Tehran, come i sindaci di molti paesi, alla Camera dei Deputati sono donne, e ancora ci sono donne registe, medici, ingegneri, architetti e nelle Università più donne che uomini sia come docenti che come studenti.
L’Iran ha subito alcune disgrazie negli ultimi decenni che gravano ancora sul paese intero, la lunga guerra con l’Iraq, il grave terremoto avvenuto circa 10 anni or sono e soprattutto la mentalità iraniana, dove nelle stesse famiglie c’è chi usa il foulard e chi no, chi nelle feste in casa usa alcolici e chi no, e poi le differenze culturali fra iraniani stessi, i musulmani sciiti da una parte, i cristiani , gli ebrei, gli zoroastriani. Oltre le diverse etnie che vivono nella nazione come gli Azeri, Turkmeni, Curdi, Arabi ecc. che hanno mantenuto invariate molte delle loro tradizioni socio-culturali, come la lingua e le festività.
Massimo ha effettuato questo viaggio nel 1997, ma in pochi anni già molte cose sono cambiate. L’Iran ha voglia di migliorare, di cancellare i suoi punti deboli nella società ed è buffo pensare che molti italiani credono che l’Iran è solo il buio degli Ayatollah, mentre gli iraniani pensano che gli italiani sono “mangioni” di spaghetti e vino a volontà, e mafia si abbina all’Italia come un marchio indelebile.
Ricordo che mia madre quando dissi di aver vinto un concorso per studiare all’Università italiana, si spaventò molto raccomandandomi di stare attento alle sparatorie dei mafiosi e di non avvicinarmi alle ragazze per paura che potessi contrarre l’Aids, visto che il sesso in occidente è libero e tutti fanno un po’ ciò che vogliono, e pianse all’idea che io potessi trovare una ragazza italiana e che la sposassi dimenticando così la mia vera famiglia, povera mamma forse non è poi così semplicistica la cosa, ma la propaganda orientale è molto simile a quella occidentale, solo al contrario, ognuno tira l’acqua al suo mulino…
Torniamo a Massimo e alla descrizione di Esfahan, dove il colore blu è ovunque e le stagioni sono estremamente distinte, grandi monumenti la fanno somigliare all’italiana Firenze, alle chiese di Tehran tante e molto frequentate tutte in stile armeno, e anche ai tifosi della Juve, dell’Inter o della Roma che vedono in diretta le partite tramite antenne satellitari nascoste nei cortili, riproposte poi un paio di giorni dopo sulle reti nazionali. Ricordo il colossal “Titanic” che ebbe un gran successo fra le ragazze e soprattutto veniva trasmesso da videocassette non ufficiali e arrivate chissà come…
Poi si conosce la tradizionale ospitalità del popolo iraniano; anch’io molti anni fa incontrai un olandese che venne nel Gilan per turismo. Io parlavo italiano mentre un amico frequentava un corso d’inglese e un altro era di madrelingua francese, il nostro ospite conosceva tutte e tre queste lingue, così ci divertimmo ad attraversare tutta la regione portandoci “il turista” e facendo quasi invidia alla gente che non possedeva un amico “straniero”. Lui poi ci confessò che fu all’inizio perplesso e quasi spaventato pensando che forse eravamo ladri oppure omosessuali tanto lo invitammo con enfasi nelle nostre case.
Spero come iraniano amante della sua terra, che la descrizione del viaggio che andrete a leggere possa invogliarvi a scoprire lo stesso cammino dell’autore, nella cui coinvolgente descrizione io mi sono più volte rivisto.
Buon viaggio.