Gezim Hajdari

Mia patria
perché questo amore folle per te


Tu mi hai fatto nascere
per essere la tua ferita

dove nascondermi
nella collina brutta?

i miei versi mi inseguono
come vecchi assassini

e ogni notte si rompe qualcosa
nel profondo del mio ghiaccio.


Non piangere
è il pettirosso che corre
sul ghiaccio del ruscello


non piangere
presto fiorirà il mandorlo
e gli uccelli lirici ci canteranno
nelle vene

non piangere
ho percorso la notte la tua ferita
per raggiungerti.

Tratto dal libro: Erbamara Barihidhur; FaraEditore

Biografia Gezim Hajdari

Gezim Hajdari è nato nel 1957 a Lushnje (Albania), si è laureato in Lettere Albanesi a Elbasan e in Lettere Moderne alla Sapienza di Roma. Nel 1990, dopo ben cinque anni di censura, pubblica la sua prima raccolta di poesie dal titolo Antologia della pioggia, edita dalla casa editrice N. Frasheri, con sede a Tirana. Anche il suo secondo libro Il diario del bosco subisce la stessa sorte da parte dei “censori”, ma questa volta non verrà mai pubblicato. Nel 1991 fonda con altri intellettuali il giornale Il momento della parola di cui diventa vice direttore. Nello stesso tempo collabora al giornale nazionale Republika e insegna letteratura nel liceo scientifico della sua città. Nel 1992 è costretto a lasciare il proprio paese. Da quell’anno vive come esule in Italia, nella città di Frosinone. Attualmente è considerato tra i migliori poeti viventi. Ha vinto diversi premi di poesia, tra cui il prestigioso “Premio Montale” per la poesia inedita. Le sue poesie sono tradotte in greco e in inglese. Hajdari scrive sia in albanese che in italiano, rinnovando un’antica tradizione di poeti (da Seneca fino a Keats, Nabokov, Yeats, Celan) che hanno scritto nella lingua del paese ospitante. Temi ricorrenti nella sua poetica sono la solitudine (condizione esistenziale quasi catartica), il viaggio (come esule, ma anche come essere umano) ed elementi naturali come la pietra, la terra, il cielo.