A mio padre, in sognoA mio padre, in sogno di Alessandro Parronchi Sorridi un poco e te ne vai pensoso. Ed ad un tratto con lacrime mi chiedo quanto tempo è che al petto non ti stringo non afferro da amico quelle braccia. La memoria ha insensibili naufragi. Scolora come il cielo di settembre sotto il vento si popola di nubi. Te ne vai.Quante cose all’improvviso Mi ritrovo da dirti…E resto muto. Ma perché nell’istante che mi volto non sei più là? Ci sono tante cose, da dirsi…Ed io ti chiamo ancora,e credo che non può certo, questo, essere un sogno. La foto è presa dal sito: https://www.literary.it Alessandro Parronchi, nato a Firenze il 26 dicembre del 1914, figlio e nipote di notaio. Perde il padre all’età di quindici anni. Compie gli studi classici laureandosi poi in storia dell’arte nel 1938. Quasi contemporaneamente ha inizio la sua attività letteraria con collaborazioni a giornali e riviste d’avanguardia del cosiddetto “secondo ermetismo”. Il primo libro di versi, I giorni sensibili, è del 1941. È anche critico d’arte militante fino al 1954 e oltre. Punto di riferimento da sempre come critico e storico dell’arte, è altrettanto celebre come poeta. Presso Polistampa ha pubblicato numerose opere di poesia, testi di storia dell’arte, oltre al lungo carteggio con Vasco Pratolini. È deceduto a Firenze il 6 gennaio 2007. CommentsNo comments yet
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