Nima Youshij

Tratto dalla raccolta Il ragno colorato, 1938, "L'uccello di pietra" (trad. Alessandro Bausani).
Parla di due uccelli, posati uno su un pino, l'altro su un tetto, di fronte alla finestra del poeta iraniano.

Questo canta disperato (si direbbe canti per me),
l'altro tacito immobile si direbbe fumo su avorio.

Gli occhi ha chiusi e mal dispiega le ali
arido e secco da capo a piedi in immobile luogo:
e il becco ha di fuoco, e le ali d'oro,
ma sembra immota forma di statua.
E l'altro uccello non sa che dar voce al suo canto
trema dai piedi alla testa in tutto il suo corpo, non ha voglia di restare nell'ombra del pino
né forza di alzarsi lontano a volo da questa triste dimora.
Ma se tu più a fondo e sereno miri, l'uccello
che freme e canta è morto, morto soltanto.
E l'altro che sembra aridezza di pietra è vivo, vicino a tesa forza di vita.