Pioggia Primaverile di Daniela Magni
Cheta plana la soave pioggia primaverile,
essa ammara linda, liliale,
alcunché potrebbe lederne o deturparne l’illibata sussistenza eterea;
tale eccelsa leggiadria ingenera un’edenistica eufonia
la cui idilliaca ambrosia permea qualsivoglia venustà siderea.


Apollineo riverbero traluce sublime asservendo brumose prostrazioni avverse:
ignea folgore brandisco gagliarda allorquando l’aggraziata coltre piovosa
soffonde ieratica laceranti cremisi rimpianti dei quali il vessatorio,
stentoreo gemito è tramutato in un’effimera, evanescente eco.
Madide, roride gocce nivee aspergono ed irrorano l’ecumenica natura
raggiando l’olimpica cristallina beltà maliarda.
Seppur euritmici firmamenti non sfoggino cerulei barlumi
ebbene il virgineo fluido che lacrima dalle sue mere, portentose volte
trascende ardimentoso e plasma ineffabile tersezza ovunque.
Inemendabile, inintelligibile virtù cagiona suddetta divina acqua:
aitante, fulgente albore circonfonde il viscerale, linfatico nucleo
dal quale sempiterna genesi ferve indefessa.
Afrodisiaca pioggia primaverile oggi procrei preternale, rutilante, vivida luminescenza.


Nota Biografica:
Sono una giovane ventottenne, scrivo poesie per pura passione cercando di gremire tutte le frasi con i miei sentimenti: vorrei che ogni parola potesse trasparire pienamente le emozioni che nutro. Ho sempre partorito travolgenti ebbrezze, saggiato mondate fragranze riempiendo fogli bianchi e vuoti d’irrefrenabili, dilaganti sensazioni, ardimentosi, sfolgoranti eventi… onestamente li ho alimentati anche con mesti, desolati episodi… ho cercato di renderli vivi per quanto fossi naturalmente dotata. Sono convinta che scrivendo plasmi efficienti, poderose difese grazie alle quali è possibile attaccare insostenibili timidezze, esorbitanti apprensioni limpidamente identificabili; originare roboanti parole che saturano deleteri silenzi. Un libro è l’eccezionale miracolo espressivo che può materializzare infiammanti profluvi d’incontenibili, subissanti, stentorei sentimenti astratti — benché rampollati presso corporee sorgenti — sbaragliando l’irrazionale logica dell’irraggiungibilità comunicativa: esso esonda inibiti impeti, interdette esaltazioni facendoli zampillare in turgide espansività furoreggiando le intonse pagine vermiglie.
Attualmente lavoro come impiegata nell’Unità Operativa della Radiologia del Presidio Ospedaliero di Vimercate.
Amo fare footing ascoltando con il lettore MP3 musica pop: Roxette, U2, adoro inoltro anche Ligabue, amo andare in bicicletta ed uscire con gli amici